cefalea e mal di testa

Cefalea: la risonanza magnetica per comprenderne l’origine

Il mal di testa o cefalea è un sintomo molto frequente tanto che il 90% degli individui ne soffre almeno una volta l’anno. In alcuni casi però può anche essere invalidante, riuscendo anche ad impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Ne esistono però tantissime forme: la cefalea può infatti comparire come patologia primaria oppure secondaria ad un altro disturbo.

Cefalea primaria

Le cefalee primarie sono quelle forme in cui il mal di testa è un disturbo autonomo, non legato ad altre patologie. Nella maggior parte dei casi sono legate a fattori ambientali, scorrette abitudini di vita, reazioni ormonali o stress.

Le più frequenti sono:

  • l’emicrania
  • la cefalea tensiva
  • la cefalea a grappolo

L’emicrania si manifesta nel 10-15% della popolazione ed interessa frequentemente il sesso femminile (70%). Si presenta con un dolore prevalentemente pulsante che interessa generalmente una metà del cranio. A volte è preceduta da sintomi quali disturbi visivi o del campo visivo (comparsa di immagini scintillanti e si accompagna a fotofobia, eccessiva sensibilità alla luce), fonofobia, nausea e vomito. La durata può essere di alcune ore fino a due o tre giorni. Le cause dell’emicrania sono sconosciute.

La cefalea tensiva rappresenta la forma più comune e relativamente meno dolorosa di cefalea primaria. Si manifesta con dolore diffuso, più spesso costrittivo o urente (sensazione dolorosa di bruciore). Non si associa a fotofobia e non si accompagna a nausea o vomito. La durata può essere anche di più giorni.

La cefalea a grappolo compare soprattutto nell’età adulta ed interessa soprattutto il sesso maschile. È caratterizzata da crisi frequenti che possono ripetersi per mesi, per poi lasciare un periodo di benessere più o meno lungo (grappoli o clusters). Il dolore è localizzato prevalentemente nei dintorni della zona oculare.

Cefalea secondaria

Nelle cefalee secondarie, invece, il mal di testa deriva da una ben definita e precisa malattia sottostante: sinusite, nevriti o nevralgie, infezioni e infiammazioni, malformazioni vascolari, aumento della pressione endocranica, tumori del cervello o altre lesioni con effetto massa (es. ematomi o emorragie).

Risonanza magnetica e cefalea

La diagnosi viene formulata in primo luogo attraverso un’accurata raccolta dei dati clinici (anamnesi), ma di fondamentale importanza risultano essere anche le metodiche strumentali, in primis la Risonanza Magnetica, soprattutto nei casi di cefalee secondarie.

La Risonanza Magnetica è una tecnica diagnostica basata sull’applicazione di un campo magnetico ed onde di radiofrequenza (simili alle onde radio) al distretto corporeo da analizzare. Rispetto ad altre metodiche radiologiche (come la TAC), presenta il vantaggio della non invasività e il non impiego di radiazioni ionizzanti, consentendo di ottenere immagini in tre dimensioni. In virtù di queste caratteristiche, la RM si innalza ad esame ideale per lo studio delle strutture morfologiche cerebrali.

Con questo esame è possibile analizzare il cervello, il cervelletto, il tronco encefalico, l’ipofisi, i ventricoli cerebrali, i nervi acustici ed ottici.

Come funziona la RM?

Il paziente viene fatto accomodare sul lettino in posizione supina, con la testa appoggiata in un apposito supporto ed invitato a rimanere immobile e rilassato per tutta la durata dell’esame.

È pericoloso eseguirla?

La RM è innocua ed indolore. L’esame viene comunque eseguito sotto il continuo monitoraggio del personale, sempre pronto ad intervenire per qualsiasi bisogno del paziente. Poiché nell’esecuzione della risonanza magnetica il macchinario dà luogo ad emissioni rumorose il paziente può richiedere dei tappi auricolari.

È prevista una preparazione?

Il paziente, prima di sottoporsi ad una RMN encefalo, non deve seguire nessuna dieta, può mangiare e bere ciò che vuole, perché non è limitativa come altri tipi di esami.
Dovrà solamente privarsi prima di entrare nella sala magnete di qualsiasi oggetto metallico. Per le donne è consigliato rimuovere anche il trucco.
Il personale medico si accerterà, mediante apposite domande, che il paziente non sia portatore di pace-maker o che lo stesso non abbia impiantate protesi valvolari o vascolari di tipo metallico, ovvero schegge metalliche mobili. L’azione dei magneti che compongono il macchinario, infatti, potrebbero influire sul funzionamento dei predetti impianti e mettere in pericolo la vita del paziente.

Risonanza magnetica ad alto campo e risonanza magnetica aperta

Nel nostro centro diagnostico, a Terni in Via Gabelletta 147, è presente sia la risonanza magnetica ad alto campo sia la risonanza magnetica aperta, studiata e realizzata per avere indubbi benefici di comfort per i pazienti claustrofobici o con “effetto claustrofobico”.

La risonanza magnetica ad alto campo è una tecnologia di nuova concezione, con un tunnel molto ampio e corto rispetto alle altre apparecchiature, che rende confortevole l’esame anche ai pazienti sofferenti di claustrofobia.
✔ Consente di eseguire scansioni fino al 50% più velocemente con una qualità dell’immagine praticamente uguale, sia nella scansione 2D che 3D e per tutte le anatomie.
✔ Accoglie il paziente in un ambiente immersivo con un’esperienza audiovisiva coinvolgente che lo calma e lo guida attraverso gli esami RM.
✔ Fornisce sicurezza clinica, con un’elevata qualità dell’immagine coerente e riproducibile anche per anatomie difficili.

La risonanza magnetica aperta non è un cilindro, ma strutturata “a sandwich” con le due porzioni del magnete posizionate sopra e sotto il paziente ed è aperta ai lati. Nelle problematiche relative all’effetto claustrofobico, infatti, si è notato che anche ciò che circonda il paziente conta nel ridurre l’impatto dell’esame. La stanza, quindi, è grande e non angusta e l’illuminazione è rivoluzionata.